Domenica 3 giugno piazze in festa nell’Italia dei piccoli comuni. A un anno dall’approvazione della legge “Salva Borghi” Legambiente fa il punto sulle norme tanto attese a sostegno dei territori:convegno il 30 maggio.
Strade e piazze vivaci e pronte ad accogliere i visistatori con mostre, laboratori, incontri, spettacoli, degustazioni. Anche quest’anno i piccoli comuni, insieme a Legambiente e un vasto comitato promotore, celebrano Voler bene all’Italia, la festa dei piccoli comuni organizzata ogni anno per rinnovare l’attenzione della politica sull’immenso tesoro nazionale, da custodire e proteggere, rappresentato dai piccoli borghi.
Domenica 3 giugno saranno centinaia le piazze in festa pronte a condividere la loro ricchezza ambientale e culturale che ogni anno attira nel nostro paese milioni di turisti. Nei piccoli comuni italiani si producono la maggior parte dei prodotti tipici, si tramandano mestieri, storie, dialetti, si possono ammirare opere d’arte di inestimabile valore.
In Campania sono 335 i piccoli comuni, pari al 61% del totale dei comuni della regione, dove vivono 721.927 persone (pari al 13% dei residenti campani). In Campania il 49,4 dei piccoli comuni rientrano in parchi, riserve o aree naturali. Ma l’economia verde dei piccoli comuni ruota anche intorno a produzioni di qualità, basate sulla capacità di realizzare produzioni uniche come le tipicità locali, vero e proprio valore aggiunto delle economie locali: il 94% presenta almeno un prodotto DOP e la maggior parte ne presenta più di uno
Ad un anno dall’approvazione della legge Salva Borghi 8158/2017, pensata per difendere tanta ricchezza dai disagi vissuti nei luoghi lontani dalle rotte dei grandi centri urbani, Legambiente coglie l’occasione della festa dei piccoli comuni per fare un punto sullo stato della normativa oltre a raccontare e promuovere le gestioni più moderne, dinamiche ed efficaci che rendono questi luoghi vivibili e competitivi nel panorama economico, sociale culturale del Paese.
Un viaggio attraverso dieci esperienze virtuose e idee di cambiamento per raccontare l’altra Italia, quella dei piccoli borghi italiani, sotto i 5mila abitanti, che lottano contro il fenomeno dello spopolamento e del disagio insediativo e che hanno deciso di scommettere su innovazione, sostenibilità, salvaguardia dell’ambiente, accoglienza, integrazione ma anche su un radicale ripensamento dei servizi per la cittadinanza. Storie spesso poco conosciute, nate su iniziativa di singoli cittadini, associazioni, cooperative o enti locali con l’intento di dare un nuovo futuro a questi territori, e che lentamente stanno producendo piccoli ma importanti cambiamenti per molti borghi italiani. A loro Legambiente dedica“Scatti di futuro. Viaggio nell’Italia dei piccoli comuni che innova”, un report che ben racconta, attraverso dieci buone pratiche, la voglia di mettersi in gioco di alcuni borghi che credono in un nuovo rinascimento territoriale. C’è chi scommette sull’agricoltura sociale, l’economia circolare e il recupero di terre e boschi, chi investe nell’architettura ecosostenibile, chi punta sull’innovazione e l’efficienza energetica, chi sull’accoglienza e l’integrazione sociale.
Un esempio è nel cuore del Sannio, a Castelpoto, in provincia di Benevento, dove gli abitanti stanno sperimentando i lati positivi della scelta di essere un territorio “a esclusione zero”, grazie allo Sprar del Comune di Castelpoto, gestito da una delle Cooperative della Rete Caritas-Sale della Terra. Qui le case vuote trovano nuovi inquilini e i giovani iniziano a pensare di rimanere, perché il loro sogno di non emigrare e lavorare nel posto dove sono nati incontra il sogno di chi è stato costretto a emigrare e, arrivando qui, sceglie di restare.
Storie virtuose che lasciano ben sperare e che dimostrano come già molti piccoli comuni si siano mossi in questi anni autonomamente lavorando su diversi linee di intervento, previste dall’attuale legge 158/2017 sui piccoli comuni, approvata nel 2017 e con primo firmatario Ermete Realacci, e che prevede fino al 2023 un fondo di 100 milioni per lo sviluppo strutturale, economico e sociale a favore dei piccoli centri e che abbraccia diversi ambiti. Un provvedimento che offre uno strumento di indirizzo strategico a lungo atteso, ma che per Legambiente deve essere accompagno da azioni fondamentali a partire dal rispetto dei tempi di approvazione dei decreti attuativi previsti dalla legge. Per questo l’associazione ambientalista ha lanciato un appello, sottoscritto già da centinaia di sindaci, e indirizzato al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella di farsi portavoce presso il Governo per un’accelerazione dei tempi su questo fronte e che vengano previste più risorse da destinare ai piccoli comuni, perché i 100 milioni di euro previsti fino al 2023 dalla legge bastano appena per partire. Servirebbero 100 milioni di euro all’anno. Inoltre nell’appello si ricorda che è fondamentale destinare le risorse a disposizione verso progetti pilota, evitando la scelta di puntare su tanti piccoli finanziamenti “a pioggia” che non sarebbero in grado di produrre risultati significativi. Le storie virtuose selezionate da Legambiente vanno in questa direzione, esperienze che meritano di essere replicate anche su tutto il territorio, perché i 5.585 piccoli comuni della Penisola, che costituiscono il 54% del territorio nazionale e dove vive il 17% della popolazione (in media ci sono 64 abitanti per km), possono svolgere un ruolo attivo nella crescita e nel miglioramento del futuro del Paese, se messi però in condizione.
Voler bene all’Italia è la grande festa dei piccoli comuni giunta alla XV edizione, organizzata come ogni anno da Legambiente insieme ad un vasto comitato promotore, durante la festa della Repubblica per dare voci ai piccoli comuni e per risvegliare un sentimento d’amore per il Paese. Anche quest’anno saranno tanti gli eventi di piazza dal Nord a Sud della Penisola che avranno per protagonisti i piccoli borghi con itinerari speciali, visite guidate e aperture straordinarie: l’appuntamento di punta sarà quello del 3 giugno a Torrecuso che vedrà tra gli altri la partecipazione di Stefano Ciafani, Presidente di Legambiente e Ermete Realacci, Presidente Fondazione Symbola.